Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è stato ospite del Tribunale di Tivoli nella mattinata del 21 settembre scorso per visitare lo Sportello di ascolto e accoglienza di vittime di violenza, sito all’interno della stessa struttura.
I numeri di questa iniziativa, presente sul territorio già da gennaio scorso, sono stati snocciolati durante l’incontro: 71 vittime e 41 presunti colpevoli tra cui spicca una maggioranza tutta al femminile. Un “sistema modello per l’Italia”, come l’ha definita lo stesso Zingaretti, uno “strumento di dissuasione” che in soli 8 mesi di attività ha già colmato un vuoto istituzionale per l’assistenza alle persone vittime di violenza.
Nelle parole del presidente regionale: «Qui la Asl e la Procura hanno costruito un modello nuovo, che facilita l’integrazione tra i diversi organi dello Stato e uccide gli spazi vuoti che scoraggiano i cittadini alla denuncia. Lavoreremo e sosterremo non solo questo centro, tentando di costruire in tempi brevi altre forme di protocollo per dotare tutti i tribunali della nostra regione di questo tipo di servizio».
Ha poi continuato: «La violenza sessuale è diventato relativamente tardi un reato contro la persona, ma possiamo costruire avamposti dello stato per non lasciare persone a lottare da sole contro la violenza. Dobbiamo ricordare che dietro ogni vittima c’è sempre un colpevole, e per far sì che non faccia più del male dobbiamo creare strutture in cui ognuno di loro si senta libero di denunciare».
Il protocollo d’intesa per la creazione di questa realtà ha visto come attori principali la Procura, la Asl, la Camera penale e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, l’Ordine degli Psicologi del Lazio e le forze dell’ordine. Il tipo di personale impiegato per l’assistenza, infatti, è vario: 16 psicologhi, due avvocate per l’orientamento legale e tre sezioni di Polizia Giudiziaria. Gli obbiettivi di questo protocollo, inoltre, sono anche quelli di avviare un sistema integrato di protezione per chi denuncia una violenza e progetti di prevenzione e garantire una formazione multidisciplinare per il personale.
Una realtà sommersa e spesso sconosciuta o negletta come quella racchiusa nei casi di violenza ha bisogno di tutta l’attenzione che gli organi istituzionali e sanitari possono concedere, anche per questo lo sportello d’ascolto diventa un aiuto importante e concreto che offre alle persone che ne sono vittime la possibilità di ritrovare una pace dimenticata.
Fonte: La Notizia Metropolitana