“Ufficiale e gentildonna”, il libro del Capitano dell’Aeronautica Militare Debora Corbi, pubblicato da LoGisma, racconta in maniera autobiografica l’avvio del reclutamento femminile in Italia, una manifestazione di civiltà e di cultura nel progresso sociale del nostro Paese.
Lo scorso 17 marzo l’autrice del libro ha incontrato l’Onorevole Domenico Rossi, Sottosegretario di Stato alla Difesa.
“L’Italia è stato, in ordine cronologico, l’ultimo Paese in Europa a consentire l’accesso delle donne nelle Forze Armate (Legge n.380 del 1999) ma con il merito di aver adottato sin da subito, al contrario di altre Nazioni, una legislazione all’avanguardia improntata sul principio della totale pari opportunità tra uomo e donna – si legge nella prefazione del libro scritta dall’Onorevole Rossi -. La legislazione italiana ha permesso infatti alle donne di accedere a tutte le categorie e specialità, ivi comprese quelle strettamente operative, a dimostrazione che le differenze di carattere fisico non costituiscono un impedimento per l’impiego. Lo stesso principio è stato recepito per quanto concerne lo stato giuridico, l’avanzamento ed il trattamento economico. Al personale femminile è stata altresì applicata la normativa relativa alla maternità già vigente per il personale della pubblica amministrazione, tenendo conto naturalmente dello status militare. Oggi, a 15 anni dall’ approvazione della legge n°380 del 1999, il personale femminile registra una presenza che si attesta sul 4%, portando l’Italia al livello degli altri Paesi europei che hanno introdotto, molto tempo prima, il reclutamento delle donne nelle Forze Armate. Se tracciamo un bilancio in merito al contributo fornito dal personale femminile in questi ultimi quindici anni,dobbiamo porre in evidenza che il grande spirito di sacrificio e di adattamento alla vita militare e soprattutto la forte determinazione a conseguire gli obiettivi fissati hanno consentito alle donne di assolvere nel migliore dei modi i diversi e articolati compiti loro affidati. I dati complessivi sull’integrazione, i risultati che emergono dai rendimenti registrati nelle scuole di formazione e gli incarichi, anche di natura operativa, portati a termine con successo nei teatri fuori area, fanno ritenere quanto mai positivo ed irrinunciabile il contributo fornito dalle donne alla Difesa”.