L’attentato rivolto nei scorsi giorni al Consolato italiano del Cairo, sembra essere un avvertimento, ed il prezzo da pagare nell’impegno preso di lotta comune al terrorismo. Tale atto ostile è stato rivendicato attraverso social network dal califfato dello Stato islamico ed attraverso fonti egiziane sembra che tre, degli autori, sarebbero stati identificati dalle autorità egiziane, si tratterebbe di appartenenti a gruppi terroristici collegati a jihadisti attivi in Sinai e nello specifico del gruppo Ansar Bayt el-Maqdis, i nomi forniti alla stampa egiziana sono: Tarek Abdel Sattar, Hussein Barakat Hussein Mabrouk, Hussein Samir Bassiouni.
Giunto Al Cairo anche Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha confermato non esservi vittime italiane e che ha dichiarato “Le caratteristiche dell’attacco ci dicono che lo scopo era sicuramente intimidatorio..”, in corso tutti gli accertamenti per delineare quanto più possibile la dinamica dell’attacco, ma è quasi chiaro che si sia trattato di una carica esplosiva posizionata sotto una vettura posteggiata davanti al consolato, nell’esplosione secondo fonti del Ministero della Salute nove sono le persone rimaste ferite, di cui due versano in condizioni gravi e di cui uno morto nelle ultime ore, danni anche alle abitazioni limitrofe.
Dichiarazioni anche da parte del Sottosegretario alla Difesa, On. Domenico Rossi “ L’attentato al nostro Consolato italiano al Cairo è un campanello d’allarme che deve farci riflettere ancora di più a non abbassare la guardia per la lotta al terrorismo di ogni matrice, già da tempo il nostro Paese ha rafforzato moltissimo le misure di sicurezza, mettendoci in prima fila insieme ai nostri partners internazionali contro il filone jihadistai. Desidero inoltre esprimere il mio cordoglio e la mia vicinanza alle famiglie delle vittime egiziane di questo ennesimo e orribile vile atto.
Di Antonio Azzinnari