SIAMO IN UNA SITUAZIONE DRAMMATICA.
Con il coronavirus l’interesse per la sostenibilità si è accentuata perché è caduta la convinzione dell’invincibiltà dell’uomo e si è toccata con mano la precarietà della vita sul pianeta.
NO, con il lockdown, la chiusura di molte aziende, il calo dell’uso dei mezzi di trasporto, non stiamo vivendo in un pianeta più Green. Non siamo diventati più sostenibili.
La sostenibilità è un concetto strettamente legato alla vita dell’uomo.
L’uomo nella modernità è diventato il protagonista delle sorti di tutto l’ecosistema. Ha ribaltato la concezione pre-moderna che considerava l’uomo un attore passivo, vittima delle forze incontrollabili della natura, e con la riscoperta delle capacità della scienza e della tecnica, l’uomo si è riscattato e ha cercato (fino ai nostri giorni) di poter governare tutto ciò che lo circonda. L’uomo ha sempre considerato il pianeta infinito, come un qualcosa da spremere fino all’ultima goccia.
Ma adesso il pianeta sta finendo le sue risorse, e con i vari eventi e catastrofi naturali, l’uomo sta uscendo da quel guscio in cui deteneva l’indominabile potere e sta iniziando a capire che le sue azioni hanno un impatto ambientale dagli esiti catastrofici e che non siamo altro che piccoli esseri facilmente distruttibili. La sostenibilità non è solo ambientale, ma soprattutto sociale, economica e fondamentalmente culturale.
Finché ci sarà l’idea che l’uomo sia più grande di tutto, non cambierà nulla. Non possiamo propagandare una decarbonizzazione, lotte al cambiamento climatico, lotta alle disuguaglianze, politiche green a medio e lungo termine, senza l’impegno di ognuno di noi nella vita quotidiana.
Non può esserci un miglioramento dal punto di vista ambientale, se non combattiamo in prima persona per avere un tenore di vita migliore, impegnarci per il nostro futuro.