“Apprendiamo che la Direzione Strategica della ASL Roma 5, insieme all‘assessorato alla Salute della Regione Lazio, in queste ore ha determinato la conversione del presidio ospedaliero di Palestrina in Covid hospital. Una decisione che, per quanto dettata dal carattere emergenziale di questa fase sanitaria delicata e difficile, tuttavia non condividiamo nella forma e nella sostanza. Innanzitutto perché si tratta di una scelta calata dall’alto, arbitraria e assolutamente non condivisa con territori e comunità locali. Inoltre, tale conversione ospedaliera sta avvenendo praticamente dal giorno alla notte, comportando in fretta e furia la totale chiusura di tutti i reparti del nosocomio di Palestrina: una realtà preoccupante e rischiosa. Purtroppo, infatti, non ci si ammala solo di Covid – 19 ma ci sono tanti utenti a rischio di altre malattie e pazienti che soffrono di varie patologie, che di fatto perdono un punto di riferimento territoriale. In particolare, leggiamo che la Asl avrebbe previsto trasferimenti per i pazienti in dialisi, per i soggetti affetti da patologia tempodipendenti e i pazienti ortopedici. Con quali tempistiche? Quali sono le garanzie e le procedure? E per i pazienti affetti da altre patologie? Siamo molto allarmati per quanto sta accadendo all’ospedale di Palestrina e ci uniamo alle istanze del sindaco e della comunità locale, preoccupati per il futuro del nosocomio, della incolumità pubblica di pazienti e operatori sanitari, e della eventuale carenza di percorsi alternativi per i cittadini del bacino, circa 100mila persone”.
Così, in una nota, il consigliere regionale del Lazio e uno dei fondatori nazionali di “Cambiamo”, Adriano Palozzi.