Ancora una volta l’Istituto Comprensivo Don Milani di Guidonia Montecelio è stato preda di atti di vandalismo prodotti da ignoti. Dopo le incursioni di agosto, in cui sono stati anche sottratti dei computer, e del 31 marzo scorso sembra proprio che l’orda barbarica non sia destinata a fermarsi.
All’apertura dei cancelli della scuola, il giorno 22 aprile, la preside Giuseppina Guarnuto, le insegnanti e il personale ATA hanno trovato i vetri della porta d’entrata distrutti, i distributori automatici svuotati, gli uffici e la presidenza completamente messi sottosopra. Le autorità sospettano che i malviventi siano riusciti a introdursi nell’edificio dalle finestre del bagno al piano terra, per poi tagliare i fili del sistema di allarme, sensibile non solo al movimento ma anche ai tentativi di manomissione delle porte dall’esterno, e colpire i luoghi rappresentativi della struttura.
Sul posto è subito arrivata la Tenenza dei Carabinieri di Guidonia, comandata da Alessandro Caprio, nonché il neo assessore al Demanio e Patrimonio, Valentina Torresi, che ha promesso alla scuola l’acquisto di “apparecchiature elettroniche e dispositivi che fungano da deterrente contro atti di natura vandalica” e di grate in ferro antieffrazione. Era presente anche il consigliere Marco Bertucci, il quale, dopo aver parlato con la dirigente scolastica, ha dichiarato: «Occorre un deterrente a questi atti di microcriminalità che rischiano di destabilizzare un’istituzione civile come quella scolastica. Oggi, oltre alla mia solidarietà al corpo docente e a tutti i dipendenti del plesso Don Milani, va il ringraziamento all’Arma dei carabinieri per il sollecito intervento».
Non sono stati procurati danni ingenti e non sono stati portati via oggetti di valore né tantomeno documenti, i quali erano stati disseminati sul pavimento della presidenza, ma è proprio per questo motivo che il personale scolastico paventa che questo episodio possa simboleggiare una ritorsione contro l’operato del loro dirigente. Nonostante ciò, parte del corpo docente e ha voluto farle sentire la propria voce e il proprio sostegno, facendole consegnare da due studenti un omaggio floreale, accompagnato da un biglietto.
«In un momento così particolare, che vede colpito il nostro istituto da continui atti vandalici, noi piccoli alunni e le nostre docenti che credono ancora nella legalità, vogliamo dimostrarle tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza» hanno scritto i docenti, perché per loro non è stato solo un attacco personale, bensì una dimostrazione di forza che ha leso la loro professionalità, in quanto esso va contro ogni valore che cercano di insegnare ai propri alunni. Anzi, erano proprio quest’ultimi a rappresentare la loro più grande preoccupazione, poiché dopo l’accaduto sembravano sì disorientati, eppure pericolosamente a proprio agio davanti a questo tipo di circostanze.
Nel quaderno di uno di loro, a cui era stata assegnata la produzione scritta di un articolo di giornale che descrivesse nel dettaglio ciò a cui avevano assistito, vengono ripetute perifrasi come “anche questa volta” e “come al solito”, sintomo di una periodica sensazione di normalità e indifferenza verso una nuova intrusione nel luogo simbolo dell’infanzia. Il fatto viene raccontato con una freddezza quasi naturale, quasi come se il bambino volesse comunicare al lettore che cose di questo genere possono accadere, poiché il concetto di male e devastazione ingiustificata, nella sua mente d’infante, esistono già.
Questi racconti e le parole del personale che, nonostante tutto, continuerà a educare i bambini alla collaborazione e ai buoni comportamenti, nonché l’azione preventiva del Comune, forse, in un futuro, potranno donare nuovamente agli alunni della “Don Milani” una visione diversa della vita.
