Il dramma che sta lentamente attaccando e logorando l’Unione Europea in questi anni è sicuramente quello dell’immigrazione da zone di guerra. I migranti sono tanti, tutti loro fuggono dai territori controllati dallo stato Islamico e tutti hanno l’orrore nei loro occhi. L’Unione Europea non ha mai affrontato l’argomento in maniera decisiva, lasciando che ogni stato provvedesse ad attuare politiche integrative individuali, almeno fino ad ora.
Il governo italiano ha infatti presentato all’UE un progetto per controllare l’andamento dei flussi migratori nel Mediterraneo, il cosiddetto Migration Compact. Si tratta di una proposta che coinvolge per la prima volta anche i paesi da dove partono le migrazioni e quelli di transito, i quali, previa accordi stipulati con l’Ue dovranno installare dei controlli sulle frontiere e ridurre i flussi verso l’Europa, identificando i migranti, gestendo i rimpatri e posizionando delle strutture di accoglienza. Solo i territori di transito avranno la facoltà di discernere coloro che avranno diritto al titolo di rifugiati. Per regolare la migrazione di chi, invece, non avrà diritto a quel tipo di protezione, si attuerà un sistema di quote.
In cambio, tutti i paesi di origine e transito (i 28 mila che hanno raggiunto l’Italia a inizio anno sono arrivati da Siria, Iraq, Libia, Sud Sudan, Somalia, Eritrea, Afghanistan) otterrebbero finanziamenti per la crescita, l’innovazione e le infrastrutture, per migliorare la sicurezza interna e il controllo dei confini. L’intera operazione dovrebbe essere finanziata con un fondo di investimenti e con l’emissione di bond per l’Africa.
L’iniziativa è stata accolta con favore dal presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker, che ha chiesto di approfondirla a Federica Mogherini, vicepresidente della Commissione Ue, e a Frans Timmermans in vista del vertice europeo del 28-29 giugno, e da William Lacy Swing, direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite (Oim), che durante il World Humanitarian Summit di Istanbul ha dichiarato: «Sosteniamo pienamente l’iniziativa del premier Renzi. Riteniamo che sia un primo passo nella giusta direzione, non l’unico, ma è un buon inizio. Abbiamo mandato una lettera a tutti i 28 Paesi dell’Ue per sostenere l’appello di Renzi per una strategia di lungo termine».
L’unico scoglio sembra essere sempre il peso decisionale della Germania, che si oppone all’emissione dei bond per l’Africa, tuttavia per la prima volta è stata delineata una strategia a lungo termine per delineare una chiara politica migratoria, che non guardi solo all’emergenza ma a prospettive di stabilità più duratura. Tutti dovrebbero collaborare per porre un freno a una delle emergenze umanitarie più ingenti degli ultimi anni e tentare di salvare le basi comunitarie dell’Unione.