ROMA – Nella giornata di ieri, 28 luglio, dopo lo scandalo che ha coinvolto l’intera amministrazione romana, il sindaco Ignazio Marino ha presentato la nuova giunta, mentre lo scarso decoro urbano della città viene messo sotto la lente d’ingrandimento dei giornali internazionali.
Grandi ritorni e qualche novità al Campidoglio: l’assessore Giovanna Marinelli perde la delega al Turismo e acquisisce lo Sport, Giovanni Caudo ottiene la delega ai Rapporti con l’assemblea capitolina, Maurizio Pucci, a capo già dei Lavori Pubblici, ottiene la delega anche alle Periferie, Alfonso Sabella alla Polizia Locale, mentre le new entries Marco Causi, Stefano Esposito, Marco Rossi Doria e Luigina Di Liegro ottengono, rispettivamente le cariche di vicesindaco con delega al Bilancio, assessore ai Trasporti, capo dell’area Lavoro e Formazione e assessore alle politiche del Turismo, della Qualità della vita e del Dialogo Interreligioso.
Durante la presentazione, tenutasi nell’Aula Giulio Cesare, Marino ha avuto anche l’occasione di replicare alle affermazioni del premier Matteo Renzi, che in una lettera al Messaggero aveva chiesto al primo cittadino di “dare un segnale”: «Renzi ha affermato dei principi di rigore molto seri, che condivido fortemente, ma ha anche ragione nell’affermare che un’amministrazione di una città, e in particolare della Capitale, vada valutata per ciò che ha fatto e ciò che fa. Allora ci giudichi dai fatti».
Così, mentre il sindaco assicura che tra le priorità di questa nuova squadra ci siano “decoro, pulizia, mobilità e casa”, l’evidente stato di degrado di Roma ha fornito materiale persino per un articolo del New York Times. Sulla prima pagina dell’edizione internazionale del quotidiano, in data 23 luglio, un’immagine sembra non lasciare dubbi sulla gravità della situazione: turisti e passanti camminano a Trastevere con buste della spazzatura e bottiglie di plastica abbandonate sullo sfondo. Il cuore di Roma sembra seppellito non da secoli di storia, ma dagli scarti dell’uomo moderno.
Nell’articolo, tuttavia, Marino viene definito “un sindaco virtuoso”, che cerca di lottare, al meglio che può e con tutti i mezzi che ha a disposizione, contro il cancro di “Mafia Capitale”. Questa sembra essere un’opinione diffusa negli Stati Uniti, poiché anche Bill De Blasio, suo collega newyorkese, qualche giorno fa si è complimentato con lui per il coraggio e la leadership dimostrati nella lotta contro la corruzione. «La cosa più importante per me è amministrare la città in modo trasparente e onesto – dice Marino nell’intervista del quotidiano Usa – e non mi importa nulla degli accordi politici presi prima che arrivassi».
Nel resto del servizio vengono elencati tutti i problemi a cui i romani sono ormai avvezzi: dai parchi incolti agli scioperi dei mezzi di trasporto e alle indagini sulla corruzione dei politici. Il giornale quindi conclude: “Molti cittadini danno credito all’onestà di Marino, ma sono arrabbiati perché non sta lavorando abbastanza per la città”.
Tra coloro che hanno deciso di trovare una soluzione autonoma e pacifica al problema, c’è l’attore Alessandro Gassmann, che ha spopolato su Twitter con l’hashtag #Romasonoio e con in mente una campagna rivolta ai romani: “ripuliamo tutti il nostro angoletto della città”. È sicuramente una scelta, appoggiata anche dai colleghi Gigi Proietti e Carlo Verdone, fuori dagli schemi, che c riporta a una concezione di collettività forse mai pienamente raggiunto dagli abitanti di una città metropolitana e variegata come Roma.
Più violenta, invece, è la critica nei confronti di Ignazio Marino, contenuta nei tweet del regista Gabriele Muccino, che con foto dissacranti racconta la storia di una Roma diversa: “offesa, divorata e saccheggiata”. Parafrasando il titolo del film del suo collega Paolo Sorrentino, denomina questa situazione “la grande tristezza” e aggiunge: “Un sindaco faccia il sindaco. Non si chiuda nel surgelatore aspettando che la tempesta sia passata. Governi. Oppure vada a casa. Roma merita di più. Più di tutto”.
Qualunque sia la soluzione per delle circostanze così trascuratamente insostenibili, deve essere messa in campo al più presto. Prima per i romani, e poi per il rilancio della città, affinché l’occhio internazionale possa riuscire a guardarla senza una fastidiosa patina terzomondista.
Giorgia Golia