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    Francia, ragazza deve saltare scuola perché indossava “gonna islamica”

    A distanza di pochi mesi dall’attentato di matrice islamica che ha colpito il cuore pulsante di Parigi, in Francia torna preponderante la polemica laicista. A infiammare gli animi è il caso di Sarah, una studentessa musulmana di 15 anni a cui ,il 16 aprile scorso, è stato vietato per due volte l’ingresso al collegio Léo Lagrange di Charleville-Mezières a causa della sua gonna lunga, considerata come un segno di ostentazione religiosa.

    Secondo il giornale che per primo ha riportato la notizia, “L’Ardennais”, Sarah aveva cominciato da poco a indossare il velo, riponendolo nel suo zaino al momento di entrare a scuola, ma quella gonna non presentava alcun simbolo religioso. Il padre della ragazza ha trovato il motivo della sospensione “inammissibile”, ma il rettorato dell’Accademia, in un comunicato, ha replicato che “il quadro laico dell’insegnamento deve essere fermamente rispettato e garantito” e ha sottolineato di aver semplicemente chiesto alla ragazza di ritornare con un abbigliamento più consono.

    Per capire il punto di vista della scuola, è importante ricordare che il 15 marzo 2004, in Francia, è stata varata la “legge sulla laicità”, che non permette di mostrare in luoghi pubblici indumenti o segni di appartenenza religiosa. La legge non vieta accessori Dunque questo episodio non si può definire isolato: lo scorso autunno una donna era stata allontanata dall’Opèra di Parigi per aver indossato il velo. Durante le amministrative dello scorso marzo, a un rabbino non è stato permesso di andare a votare indossando la kippah.

    Visto un tale sentimento di tensione culturale, è perfettamente comprensibile che la reazione di un’organo statale possa diventare così eccessiva, a tal punto da inviare ai genitori della ragazza una lettera, in cui si intima alla ragazza di correggere il proprio abbigliamento, al fine di non incorrere in una definitiva espulsione. Tuttavia, i commenti più significativi riguardo questa severa decisione sono stati affidati a Twitter, che ha lanciato l’hashtag #JePorteMaJupeCommeJeVeux (‘Porto la gonna come voglio’) e attirato l’attenzione nazionale sulla vicenda. Tutti i sostenitori della causa di Sarah hanno postato fotografie di alcune celebrità che portano una gonna simile, sottolineando la natura irrilevante delle polemiche scolastiche, mentre Nicolas Cadène, relatore generale dell’Osservatorio della laicità, ha fatto un invito, tramite Le Figaro, ad osservare il comportamento degli allievi più che l’aspetto esteriore.

    La visione dello stato laicista che vede le proprie radici in un’ottica egualitaria, in casi come questo, potrebbe combinarsi con alcuni conflitti sociali latenti e generare una profonda crisi identitaria, capace di destabilizzare e inasprire le posizioni di ogni etnia presente sul suolo francese. La situazione va tenuta sotto controllo, ma sicuramente le cause di questo sentimento nazionale devono essere ricercate anche molti secoli prima dell’apertura delle frontiere.

    Giorgia Golia

     

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