Il 4 ottobre 2021 sarà ricordato per il lungo down di Facebook e di tutti i servizi collegati, con miliardi di utenti impossibilitati a usare Facebook, WhatsApp e Instagram per circa 6 ore, anche se il blackout più lungo risale al marzo 2019, con 14 ore di stop della piattaforma di Mark Zuckerberg
Nella notte, Facebook si è scusata per l’interruzione di 6 ore che ha avuto un impatto non solo sul social network di punta dell’azienda, ma anche su Instagram, WhatsApp e tanti altri servizi ausiliari, come ad esempio tutte le app che utilizzano l’autenticazione tramite Facebook. L’azienda ha spiegato che un’errata modifica di configurazione dei router ha comportato un’inattività dei data center.
Facebook e i suoi servizi correlati, tra cui Instagram, WhatsApp, Messenger e Oculus VR, sono andati offline intorno alle 17:30 italiane (stando alle notizie provenienti dal sito downdetector.com) e sono rimasti inaccessibili per circa sei ore. In alcune zone del mondo, il downtime è durato fino a 9 ore. Stando alle informazioni condivise in queste ore, il problema è stato causato da un aggiornamento errato del Border Gateway Protocol (BGP).
In termini tecnici, l’errore di configurazione ha reso inaccessibili da remoto i router di Facebook, i computer dell’azienda che gestiscono il BGP (Border Gateway Protocol), che è il protocollo di Internet che determina l’instradamento (routing) dei dati.
In pratica tutta Internet non sapeva più dove trovare Facebook, perché qualcuno di Facebook ha cancellato la mappa che diceva dove si trovava Facebook e che strada fare per raggiungerlo.
In un post sul blog ufficiale dell’azienda, Santosh Janardhan, VP of Engineering and Infrastructure di Facebook, si è scusato per l’inconveniente:
“I nostri team di ingegneri hanno appreso che le modifiche alla configurazione sui router di dorsale che coordinano il traffico di rete tra i nostri data center hanno causato problemi che hanno interrotto le comunicazioni. Questa interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui comunicano i nostri data center, bloccando i nostri servizi“.
Non solo: l’errore ha reso inaccessibile anche i servizi interni di Facebook (e-mail, strumenti di gestione, sistemi di sicurezza, agende, la messaggistica interna Workplace, ecc.), visto che sono tutti sul dominio Facebook.com, che è rimasto irraggiungibile per molte ore, per cui neppure i dipendenti dell’azienda hanno potuto usarli per comunicare tra loro.
Lo stesso Janardhan ha anche confermato che le interruzioni hanno provocato problemi interni, complicando gli sforzi per diagnosticare e risolvere quanto prima l’errore. A quanto pare, anche le serrature smart degli uffici e dei data center di Facebook sono rimaste bloccate a causa dell’impossibilità di comunicare con i server di Facebook utilizzati per autenticare i badge delle persone autorizzate, rendendo molto più difficile accedere fisicamente ai data center interessati.
Questo errore ha provocato conseguenze a catena anche sul resto di Internet, con segnalazioni di rallentamenti anche per Disney+, Netflix e Twitter.
In pratica, un numero elevato di smartphone e di altri dispositivi che ha cercando disperatamente di trovare Facebook generando una elevata mole di richieste che ha inevitabilmente rallentato tutti gli altri accessi.
Facebook ha assicurato comunque che non si è trattato di un attacco esterno e che l’interruzione è stata provocata solo da un’errata configurazione dei sistemi e non c’è stata alcuna violazione ai dati degli utenti.
Malgrado tutte queste rassicurazioni, il valore delle azioni di Facebook (seguito anche dalle dichiarazioni di Frances Haugen, ex dipendente di Facebook, alla Cbs – qui) è sceso del 5% in borsa, facendo bruciare a Mark Zuckerberg circa 6 miliardi di dollari di capitalizzazione.