La prevenzione e la sicurezza messa in campo dalle forze francesi nel corso degli Europei di calcio si estende anche al ramo digitale: nasce SAIP, l’applicazione per iPhone e Android capace di individuare le zone a rischio tumulti e di avvertire turisti e tifosi in caso di pericolo tramite la geolocalizzazione.
Il supporto, il cui nome completo è Système d’Alerte e d’Information aux Populations, è stato ideato dal Ministero dell’Interno e commissionato dal Governo francese al fine di prevenire attacchi come quelli perpetrati dall’Isis allo Stade de France e al Bataclan la sera del 13 novembre scorso.
L’applicazione è gratuita ed è disponibile in francese e inglese, e si attiva non solo in caso di attentati, ma anche di eventi eccezionali come incidenti ferroviari, stradali, nucleari o addirittura naturali. In casi come questi tutti gli utenti vicini alla zona interessata dall’emergenza riceveranno una notifica sul proprio dispositivo entro 15 minuti dal dato allarme. Oltre a conoscere le informazioni sul luogo dell’incidente, essi possono registrare otto zone di interesse (quella del proprio alloggio, del proprio lavoro) e riceverne notifiche sempre aggiornate.
Esistono anche vari tipi di notifiche che il prefetto può decidere di inviare al sistema: silenziosa per la presa di ostaggi o accompagnata da un segnale acustico persistente per indicare l’evacuazione di una zona soggetta ad attacco chimico. Le differenze sono dovute essenzialmente ai possibili tipi di attacco: in caso di allarme terrorismo lo smartphone non può emettere suoni o vibrazioni, al fine di rendere meno identificabile una persona che si è nascosta o messa al riparo.
Dopo l’invio di questo avviso, l’applicazione è in grado di fornire suggerimenti e consigli su cosa fare e su quale comportamento tenere in base all’evento. Le informazioni ricevute, in aggiunta, possono essere condivise su qualsiasi piattaforma, al fine di divulgarle e di mantenere vivo il contatto tra le autorità e la popolazione.
L’app è stata presentata come la riposta agli eventi sanguinosi di quest’inverno del primo ministro Manuel Valls, che aveva promesso un servizio di questo tipo per garantire un monitoraggio aggiornato della sicurezza nelle città degli Europei e nelle fan-zone. Anche se è nato per un evento di particolare interesse, l’auspicio è che questo sistema non venga abbandonato una volta spenti i riflettori sugli stadi del calcio europeo, bensì migliorato ed esportato anche da altri paesi a rischio, come l’Italia. Finalmente, in quel caso, potremmo dire che il nostro smartphone ci ha salvato la vita.