E’ stato senza dubbio il primo supereroe “globale” della storia. Un eroe destinato all’Olimpo. Non c’è civiltà del mondo antico mediterraneo che non l’abbia inserito nel suo pantheon. E’ Ercole, l’eroe delle dodici fatiche, celebrato ancora oggi da film e fumetti. La storia ci racconta anche del suo passaggio a Tivoli.
Ma cosa sappiamo veramente di lui? Quali sono le tracce archeologiche che ha lasciato in Italia? Interrogativi al centro dell’appuntamento con “Italia: viaggio nella Bellezza” di Marta Saviane, con la regia di Eugenio Farioli Vecchioli e con la consulenza scientifica di Giulio Fratini e Francesco Moriconi, andato in onda lunedì 23 settembre alle 22.10 su Rai Storia. Il percorso ha incrociato le aree sacre e i santuari dedicati a Ercole, dall’Abruzzo sino a Roma. Luoghi meravigliosi e poco noti, situati lungo il tragitto dell’antica via Tiburtina. Veri e propri paesaggi archeologici incastonati tra gli Appennini come i santuari di Sulmona, Corfinio, Ocriticum, e Alba Fucens. In un percorso che arriva sino al maestoso Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, per poi concludersi nel Foro Boario a Roma.
A Tivoli vi sono infatti i grandiosi resti del santuario di Ercole Vincitore, dove Ercole era venerato come un Dio Guerriero, protettore dei commerci e custode della transumanza delle greggi, attività fondamentale per la cittadina. Il culto di Ercole sembra fosse nato a Tivoli e sarebbe stato trasferito a Roma alla fine dell’epoca repubblicana da Marco Ottavio Erennio. Collegato al tempio c’era un collegio di musici (tibicines). Le danze e i canti del culto si intensificavano nel mese di agosto, quando si celebrava il dies natalis di Ercole.
Un viaggio affascinante che ci ha fatto conoscere un Ercole diverso da quello distante della mitologia, un eroe protettore delle greggi e della transumanza e del commercio. Insomma, una divinità che in realtà coglie le esigenze più intime dell’uomo, quelle della lotta quotidiana per l’esistenza.