Il saggio di Steve Johnson è un interessante libro che spiega come si generano le grandi idee.
Da dove vengono le buone idee? Questo è un problema che ci vede tutti coinvolti, tutti vogliamo essere migliori, generatori di idee capaci di creare progetti in grado di migliorare la nostra vita e quella degli altri. Spesso per creare un’ idea ci vogliono anni, quello che Johnson definisce “lenta incubazione”; non esiste una vera e propria intuizione, un’ “eureka”, ma spesso le buone idee rimangono dormienti e si mostrano solo dopo una collisione con altre idee.
Si ha così molte volte la necessità di uno scontro, che un’idea si scontri con un’ altra, con l’intuizione di un altro individuo affinché essa possa completarsi e definirsi.
Se ci catapultiamo ad esempio nell’era dell’illuminismo fucine di creatività erano i caffè e i salotti intellettuali. In questi luoghi l’incontro con gli altri dava la possibilità alle idee di scontrarsi e confrontarsi, dando ad esse la possibilità di svilupparsi ed evolversi. Con l’avvento di Internet e di un mondo connesso, abbiamo così l’impressione di un mondo più sterile, semplice, che ci regala dei modi di ragionare e vedere il mondo più semplici, creando però una rete che ci connette tutti. È proprio questa grande rete che dà alla nostra era una marcia in più, ovvero la capacità di prendere in prestito un’intuizione, la casella mancante di un concetto ed unirla alla nostra idea, dandoci la possibilità di trasformare la nostra visione in una grande e vincente idea.