“Tutte le perplessità che avevo avanzato nei giorni scorsi si stanno rivelando fondate. Come confermato da una lettera inviata dalla Asl Roma 5 al Nomentana Hospital, all’Unità di Crisi della Regione Lazio per la Gestione dell’Emergenza Epidemiologica da Covid 19 e allo Spallanzani di Roma, la situazione di altri pazienti della struttura di Fonte Nuova lascia supporre un progressivo peggioramento delle condizioni e una possibile positivizzazione degli stessi. Sono da evitare spostamenti e sono stati assegnati anche gli incarichi ai dirigenti dell’Asl. Parliamo della stessa casa di cura divenuta Covid 19 a bassa intensità, che aveva al suo interno già 22 casi accertati e che ha ospitato altri 49 contagiati provenienti dalla Casa di Riposo di Nerola. Qui rischiamo di far scoppiare un caso nazionale e di creare un’altra zona rossa a causa di valutazioni scellerate. E’ da tre settimane che cerco di avvisare chi di dovere di non commettere questi errori. Stiamo chiedendo sacrifici enormi al personale, qualcosa che supera ogni limite. Tutti gli operatori hanno paura di recarsi al lavoro, per il rischio di venire contagiati e di creare ulteriori problemi quando tornano nelle loro case dopo il servizio. Questo quando riescono a tornarci perché il più delle volte si ritrovano a dover lavorare su più turni e a risentirne è anche la qualità della mansione. Ormai gli operatori non riescono più a vedere i loro figli o i loro genitori, è diventato per loro impossibile tenere i contatti con gli affetti familiari. Tutto questo non è possibile. La zona Nord-Est di Roma era fortunatamente stata graziata dal contagio, ma rischiamo di portare questo virus sul territorio con queste decisioni sbagliate. Gli stessi consiglieri comunali di Fonte Nuova della lista civica Vita Nuova, Graziano Di Buò e Daniele Mazzoni, si erano espressi su questa linea di pensiero e anche loro avevano sollevato dubbi su queste decisioni pericolose per la cittadinanza. Si parlava di fare i tamponi a sei milioni di laziali, ma qui non si riescono a fare neanche agli operatori delle strutture sanitarie dove ci sono contagiati. Facciamola finita con i finti annunci per poi tornare indietro sulle proprie parole e mi rivolgo all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Stiamo complicando ancora di più la situazione portando questo incubo in tutte le zone. In tutti questi anni il centrosinistra in Regione Lazio ha pensato solo a chiudere Ospedali senza riqualificare quelli già esistenti, mi riferisco ad esempio al San Giovanni Evangelista di Tivoli e all’Angelucci di Subiaco: questo è purtroppo il risultato”, dichiara il consigliere regionale Laura Cartaginese (Lega).