Classe 1917, Carlo Vicentini è l’ultimo reduce vivente della campagna di Russia, Sottotenente del 4° Reggimento alpini di Aosta nel febbraio del 1942, raggiunse il Battaglione Monte Cervino in Russia, un’unità d’elitè, impiegata come forza d’assalto, formata da sciatori professionisti con equipaggiamento moderno per l’epoca tra cui tute bianche e scarponi con suola in gomma.
La prima azione con scontro armato nell’agosto del 1942 in località Jacodnij sul fronte tenuto dalla Sforzesca, divisione che insieme alla Cosseria, alla Ravenna e la Vicenza, (unità di fanteria inviate per affiancare il Corpo di Spedizione Italiano in Russia del ‘41) ed alle divisioni alpine Tridentina, Cuneense e Julia costituirono l’ Armata Italiana in Russia. Lo scontro sferrato in forza dai reparti russi sulla riva del Don, che con intense attività conoscitive saggiavano le linee italiane, portò in quel frangente allo sfondamento del fronte per trenta chilometri. A queste azioni si cercava di tamponare con reparti di cavalleria che risultarono poco incisive.
Nel novembre e dicembre del ‘42 i russi nell’operazione “Grande Saturno” e “Piccolo Saturno” sfondarono le linee all’altezza della divisione Ravenna e Cosseria, fu inviato cosi il Corpo d’Armata Alpina e la divisione Julia, Laquense ed il Battaglione Monte Cervino di Vicentini che riuscirono miracolosamente per un mese a contenere i russi. Per ripararsi dai colpi nemici, non riuscendo a scavare la terra gelata, utilizzarono le cassette delle munizioni come casse formi, che riempirono di neve costipata, costruendo cosi dei muri di ghiaccio.
Il 15 gennaio del ’43, una colonna di 15 carri armati russi aggira le linee e riesce a penetrare in Rossosc, sede del Corpo d’Armata Alpino e lì, che con grande ardimento il Battaglione Monte Cervino, con mine anticarro, bottiglie incendiarie e combattimento tra le case riesce a contenere l’assalto, distruggendo quasi tutti i carri armati, nei giorni seguenti gli attacchi delle truppe corazzate intensificati dai russi fecero subite molte perdite al Battaglione Monte Cervino che dovette ritirarsi.
Il S.Tenente Vicentini una sera dopo violenti scontri durati molti giorni si ripara in una isba (abitazione rurale russa), lasciando sentinelle di guardia, che durante la notte vengono pugnalate in un attacco partigiano e così vengono presi prigionieri.
Vicentini delle fasi belliche in Russia dichiara: “La Jiulia in Russia non ha fatto che confermare esaltandola la tradizione di tutte le truppe alpine, quella di conseguire gli obiettivi assegnati con tutte le forze, con tutta la capacità, con coscienza e abnegazione, ma soprattutto con la grinta di chi non è disposto a perdere.”