Bambini di uno, sei, dieci anni con le loro mamme, i loro nonni: ci sono anche loro tra le centinaia di caduti nei bombardamenti di Tivoli di 76 anni fa, quando due diversi passaggi di formazioni aeree alleate uccisero 466 civili, uomini, donne e, appunto, bambini. Un momento drammatico della storia di Tivoli per la distruzione e le perdite che causò a una comunità inerme. Questa mattina si è tenuta una cerimonia sommessa e sobria (nel rispetto del contesto di emergenza sanitaria del Covid-19 ancora in corso, che ha ridotto le presenze civili e ha annullato tutte le iniziative collaterali) per la 76esima ricorrenza del bombardamento. Tuttavia, ricordare un episodio rimasto indelebile nella mente di tanti testimoni sopravvissuti alle bombe, è un obbligo per l’amministrazione e per la cittadinanza. Le autorità civili e militari si sono ritrovate alle 9,46 – l’ora in cui avvenne il primo bombardamento – davanti alla statua intitolata alle vittime tiburtine, a piazza Garibaldi, dove è stato deposto un cuscino di fiori al monumento.
Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Giuseppe Proietti, affiancato dal consigliere del sindaco per le Associazioni combattentistiche, d’arma e di polizia, ricorrenze e cerimonie militari, Paolo Cicolani, la vicecomandante della polizia municipale Eleonora Giusti, il comandante della stazione dei carabinieri di Tivoli, il luogotenente Francesco Scupola, rappresentanti dell’amministrazione comunale, due volontari dell’Associazione nazionale carabinieri di Tivoli e il trombettista Gianluca Tisa, per un minuto di silenzio davanti al monumento realizzato 5 anni fa dall’amministrazione comunale come simbolo di memoria e monito per un mondo di pace.
La delegazione di autorità si è poi spostata al cimitero monumentale cittadino, per deporre le corone di fiori davanti alle lapidi nei due luoghi in cui sono sepolti i caduti. Davanti alla piccola cappella del cimitero don Bruno Leone ha rivolto alcune parole di speranza ai cittadini di Tivoli, provati da tre mesi di disagi – spesso anche sociali ed economici – a causa dell’emergenza sanitaria, invitandoli a “cercare sempre l’umiltà, non trascurare le parole e le indicazioni della scienza” e “mantenere la buona educazione nonostante le difficoltà”. Alle cerimonie all’interno del cimitero è stato presente anche l’ex sindaco tiburtino, il professore Alcibiade Boratto, già senatore della Repubblica.
“Nella mattina del 26 maggio 1944 due bombardamenti di formazioni aeree alleate causarono 466 vittime civili, uomini, donne e molti, molti bambini”, ricorda il sindaco Proietti, “le vittime non erano militari, ma cittadini, che stavano in quel frangente portando avanti la loro vita quotidiana, e si sono viste strappare alla loro esistenza e ai loro cari senza motivo. In una delle lapidi poste nei luoghi di sepoltura al cimitero, una frase è rivolta, infatti, ‘a coloro che senza merito rendono visita a coloro che senza colpa caddero sotto le bombe’. La comunità tiburtina in questa giornata pensa, si ritrova e deve trarre motivo per cercare di contribuire a fare in modo che quelle tragedie non si ripetano ancora”.