Nei giorni scorsi il Comandante Alfa del reparto speciale dei Carabinieri, ha concesso in via eccezionale, un’intervista alla stampa, presso il Comando Provinciale di Cosenza. Lo stesso in visita nella città calabra, per onorare il lodevole impegno preso con una bambina di Luzzi, che aveva chiesto come regalo di natale di poterlo conoscere di persona, ha presentato sabato 19 all’Auditorium della Scuola Media Statale “L. G. Coppa” di Luzzi, il suo libro “Coda di Rondine” alla presenza del Sindaco Dott. Manfredo Tedesco, al Comandante della Compagnia Carabinieri di Rende Cap. Sebastiano Maieli, ai rappresentanti dell’ ANC sezioni di Acri, Rende, Cosenza, Montalto Uffugo e di una gremita folla di cittadini.
“In tutte le operazioni che abbiamo fatto ero da esempio ed essendo appunto Comandante di Distaccamento entravo per primo, quindi da <<Cigno>> qual era il mio nickname sono diventato Comandante Alfa, nome datomi dagli altri operatori del Gruppo” questa la dichiarazione di uno dei cinque fondatori del GIS, scelti nel 1977 per fondare il Gruppo di Intervento Speciale dell’ Arma dei Carabinieri.
Ad oggi solo un altro operatore dei fondatori è ancora in servizio oltre al Comandante Alfa, mentre uno Enzo ha perso la vita nell’attentato di Nassiriya.
Oggi sono istruttori, quindi con responsabilità maggiori rispetto agli operatori, in quanto nella scelta degli uomini che compongono il gruppo, il fattore che fa la differenza sta nel guardare se è un “pensante”, in quanto i requisiti tecnici sono già posseduti da tutti gli operatori del GIS, provenendo dal Reggimento Paracadutisti Tuscania. Devono inoltre essere vogliosi di sacrificarsi a questa scelta, perché sono 24 ore su 24 in servizio e pronti in 30 minuti a raggiungere ogni località sul territorio nazionale.
Il battesimo operativo del GIS è stato nel 1980, con la rivolta al carcere di Trani, fino ad allora tre anni di addestramento. Alfa ricorda un altro intervento delicato quando dopo tanti sacrifici, freddo, fame e senza possibilità di cambiarsi, riesce a liberare Cesare Casella in Aspromonte, da due anni tenuto in una buca, tutti quei sacrifici ripagati nella liberazione dell’ostaggio.
Il Comandante Alfa toglie il mefisto in tutta la sua carriera una sola volta, quando durante un intervento per il sequestro di una bambina di 8 anni, nel liberarla dopo tre mesi di prigionia, per rassicurarla lo toglie per dirle di essere un carabiniere.
“In Italia si affronta il nemico con la mentalità vincente, siamo consapevoli di essere molto addestrati e vinceremo sicuramente, crediamo in noi stessi, all’estero nei teatri di guerra, il nemico è vigliacco e non ti affronta direttamente ma in maniera invisibile. Ad oggi le tecniche operative sono pressoché invariate mentre un grande contributo è dato dalla tecnologia all’avanguardia e dallo studio costante di tutti i fattori di rischio rispetto anche alla tipologia di attacco che ci si trova oggi a fronteggiare a livello mondiale. Quando si opera si ha bisogno di tranquillità perché nella squadra il talento di ognuno di noi rafforza il gruppo” queste le parole di Alfa, che ha poi proseguito, “Per avere un controllo capillare del territorio abbiamo bisogno di tutti, una squadra è fatta da forze dell’ ordine, forze speciali, militari, intelligence, polizie locali e cittadini perché ognuno di noi ha il dovere di difendere il nostro territorio, il rischio terrorismo c’è ma stiamo lavorando bene”.
Di Antonio Azzinnari