Notte di fuoco in Turchia, militari, carri armati e caccia sulla Città durante il fallito golpe dell’Esercito.
Erdogan che durante le prime ore dell’attacco era scappato su aereo, in cerca di asilo nei paesi Europei dopo i dinieghi ricevuti è rientrato a Istanbul nella notte, dopo che i suoi sostenitori avevano infranto il coprifuoco diramato dell’esercito ed avevano accerchiato le milizie insieme alle forze di polizia.
Negli scontri a fuoco, le vittime per lo più tra militari e poliziotti sono quasi 200, una cinquantina sono civili, nella notte di terrore è stato bombardato anche il palazzo presidenziale.
L’esercito fedele ad Erdogan ha tratto in arresto quasi 3000 militari golpisti, le autorità turche stanno chiedendo agli stati limitrofi dove alcuni responsabili del colpo di stato si erano rifugiati chiedendo asilo, di riconsegnarli, si prevedono dure pene per i golpisti. Fonti turche parlano addirittura di una reintroduzione della pena di morte per chi ha attentato all’unità e alla sovranità nazionale.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nell’esprimere sollievo per la situazione rientrata, ha dichiarato, “La preoccupazione per una situazione fuori controllo in un partner Nato come la Turchia lascia spazio al prevalere della stabilità e delle istituzioni democratiche. Auspichiamo che non ci siano rovesci e pericoli per la popolazione e per tutti gli stranieri presenti in Turchia”.
L’Esercito in Turchia, rappresentava il simbolo della laicità dello Stato, contro l’islamizzazione del Presidente Erdogan e del Governo.
Di Antonio Azzinnari