Dopo la grande battaglia contro il governo cinese, Facebook ha deciso di ampliare ulteriormente i propri orizzonti. Il quotidiano The Hindu riferisce che il social network, in collaborazione con l’operatore telefonico indiano Reliance Communications, ha in mente di “permettere l’utilizzo del web anche a quella fetta di popolazione, pari al 70% in India, che ancora non è informatizzata”.
L’iniziativa, chiamata Internet.org e presentata in questi giorni a Mumbai, porterà infatti internet gratuito sui dispositivi mobili nei principali paesi in via di sviluppo, grazie anche alla partnership, avviata già un anno e mezzo fa, con colossi della telefonia come Nokia e Samsung. Tutto ciò è già una realtà in Tanzania, Zambia, Kenya, Colombia, Ghana, e altri paesi del Sud-Est asiatico.
In India, il sesto paese ad aderire in maniera stabile al progetto, ciò si traduce nella garanzia di un servizio che possa connettere i milioni di poveri nei villaggi rurali, consentendo loro di poter accedere a 33 siti internet istituzionali e d’informazione, fonti per la divulgazione di offerte di lavoro, programmi sanitari e servizi governativi, nonché allo stesso Facebook e a portali come Wikipedia.
Mark Zuckerberg, fondatore e ceo di Facebook, nonché uno dei più giovani miliardari al mondo, ha presentato il suo progetto di connessione universale al premier Narendra Modi lo scorso ottobre e, dopo l’annuncio ufficiale, ha scritto sul suo profilo: “Oltre un miliardo di persone in India non hanno internet. Ciò significa che non hanno le stesse opportunità che a noi vengono garantite”. Ha inoltre aggiunto di essere fiducioso del fatto che offrire servizi di base come questi possa condurre presto a svolte ancora più grandi. Inoltre, il rappresentante per la Reliance Communications, Gurdeep Singh, assicura che il programma sarà lanciato entro 90 giorni e che avrà una diffusione via via più capillare, favorendo la crescita economica del paese.
I maggiori critici dell’iniziativa ne hanno messo però in evidenza alcuni grandi limiti: l’offerta ristretta di servizi, contraria alla libera concorrenza e alla neutralità della rete. Altri invece puntano il dito contro la soluzione superficiale che viene intrapresa al fine di emancipare le zone più arretrate del paese, dove gli abitanti stentano a raggiungere persino l’autosufficienza alimentare. Sembra a loro parere un po’ prematuro introdurre mezzi al di fuori della portata della maggior parte della popolazione indiana, specialmente quella che risiede nei villaggi.
La connessione internet è solo la punta dell’iceberg dell’emancipazione, che è stata ottenuta per millenni attraverso la scolarizzazione e adeguate politiche economiche e socio-culturali, atte a portare nei villaggi, invece che la rete mobile, una vivibilità migliore.
Giorgia Golia