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    Un sepolcro scoperto in Grecia rivela di più: è forse la tomba di Alessandro il Grande?

    GRECIA- Anfipolis, paese di 10 mila abitanti della Macedonia orientale, un tempo fu uno dei porti principali dell’impero di Alessandro Magno. Qui, nella località di Kastà, team di archeologi, diretto da Katerina Peristaki, ha rinvenuto ciò che è stato definito dalla Bbc “il più grosso sito sepolcrale del Paese”. Il complesso, edificato tra il 325-300 a.C., si trova a circa 100 km a est di Salonicco, mentre a ovest della città risiede il tumulo funebre di Filippo II, padre di Alessandro.

    A presidiare la colossale tomba, circondata da un recinto di marmo di Thassos di 497 metri, ci sono due sfingi, da mezza tonnellata ciascuna, poste sull’architrave, e due cariatidi di 2,27 metri, raffigurate con un braccio teso a sbarrare l’entrata, mentre all’interno, in cima al tumulo, un leone alto cinque metri, simbolo di Alessandro il Grande veglia sul defunto. Secondo quanto annunciato dal ministero greco della Cultura, gli archeologi hanno inoltre scoperto nella seconda sala della tomba un incantevole mosaico che rappresenta il dio Ermes che accompagna un uomo nel regno dei morti a bordo del suo carro. Ermes indossa il mantello, i sandali con le ali e tiene in mano il caduceo, mentre l’uomo ha sulla testa una corona di alloro.

    La scoperta è stata frutto di molti anni di ricerche, difatti gli scavi erano cominciati negli anni ’60 per opera del grande archeologico greco Lazaridis, e sono stati di nuovo sovvenzionati dal 2011, nonostante le ristrettezze economiche del paese, dalla Soprintendenza alle Antichità Preistoriche e Classiche.

    La Grecia classica risorge grazie a una scoperta archeologica dall’alto significato storico, mobilitando anche il premier Antonis Samaras, giunto sul sito assieme al ministro della Cultura Costas Tasoulas.

    “La terra della nostra Macedonia –ha annunciato Samaras durante la visita- ci commuove e ci sorprende, rivelando i tesori che compongono questo mosaico, unico nella nostra storia, e che riconducono a un periodo a cui tutti i greci sono ancora molto legati”; ma il ministro della Cultura è ancora cauto nell’attribuire il sepolcro ad Alessandro il Grande, che tradizionalmente si ritiene tumulato in Egitto, dichiarando che “solo gli scavi potranno rivelarlo”.

    Gli archeologi concordano l’ipotesi che si possa trattare di un’altra personalità vicina al Macedone, come la madre Olimpia o la leggendaria moglie Rossana, che seguì Alessandro nella spedizione in India, poiché anche gli archeologi più scettici sono colpiti dalla grandezza del sito, e dall’incredibile precisione geometrica con cui è stato edificato. Tanta minuzia e attenzione ai particolari non può che essere stata riservata a un reale o a un cittadino di alto rango.

    Che la tomba sia realmente di Alessandro il Grande o meno, ciò che si percepisce è sicuramente una rinnovata attenzione all’archeologia della Grecia classica, rimasta sepolta da miti e leggende dai tempi di Heinrich Schliemann, e ora sulle prime pagine dei giornali grazie anche al volto di Amal Alamuddin, consorte di George Clooney, ingaggiata dal governo ellenico per riportare in patria i fregi del Partenone, custoditi nel British Museum da ormai 200 anni.

     

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