Mentre sono già in atto i lavori di ristrutturazione economico-finanziaria dell’Italia a causa di una pandemia che continua a mettere in ginocchio la penisola, nonostante si inizino a notare i primi sfocati effetti del contenimento, c’è un Meridione sull’orlo del baratro. All’ordine del giorno, ci sono comportamenti irrispettosi che ledono la solidarietà sociale e il duro lavoro di medici, infermieri e forze dell’ordine. A fare da sfondo, un Sistema Sanitario Nazionale fortemente sbilanciato territorialmente, che non permette la cura e l’assistenza adeguate per la popolazione del Sud. Basti pensare che su 47 miliardi totali di finanziamenti in sanità, oltre 27,4 sono stati spesi nelle regioni del Nord, 11,5 in quelle del Centro e solo il 10,5 al Sud. Una situazione di grave squilibrio se a ciò si aggiunge l’insufficienza di dispositivi di protezione individuale (Dpi) tra le varie regioni del Meridione. Solo ieri il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri ha richiesto, tramite il Dipartimento della Protezione Civile, l’intervento dell’aereo della Guardia Costiera per il trasporto di mascherine in diverse città delle regioni meridionali e delle isole maggiori. Per quanto riguarda l’espansione del virus, secondo il virologo dell’Università di Milano, dott. Fabrizio Pregliasco, nonostante i focolai siano più ristretti rispetto al Nord, al Sud Italia «bisogna organizzarsi per tempo per riuscire a gestire, se si dovesse verificare, lo scenario peggiore». Ma il Sud combatte giorno per giorno, oltre che per il Covid-19, anche con la fame. In Sicilia sono scoppiati i primi episodi di insurrezione e disordine sociale con assalti ai supermercati; manca la possibilità economica per acquistare quei “beni di prima necessità” di cui parlano i vari dpcm. Segue Napoli, Bari, dove ormai diffuse sono le frasi urlate “Non abbiamo più soldi, noi come viviamo?”. Ne è consapevole il premier Giuseppe Conte, che nei giorni scorsi ha ricevuto un report dai servizi segreti, che hanno messo in luce i rischi sociali che si celano dietro una quarantena forzata. Il premier ha sin da subito avviato i lavori per l’assistenza ai più deboli che è sfociato nel dpcm dello scorso 28 marzo che dispone di 4,3 miliardi di euro ai comuni d’Italia in aggiunta ai 400 milioni di euro stanziati dalla Protezione Civile, cercando di assicurare la maggior parte dei fondi per buoni spesa e acquisti di prima necessità. Una crisi al Sud di carattere non solo sanitario, ma soprattutto sociale. Anche per questo frenare l’avanzata del virus nel Meridione è una priorità per salvaguardare l’ordine sociale dell’intera penisola italiana.